08/02/15
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Il sesto senso esiste e non è paranormale. L´esperimento internazionale
Ricerca: scoperto sesto senso, permette ai ciechi di evitare ostacoli

ultimo aggiornamento: 23 dicembre, ore 18:53Roma, 23 gen. (Adnkronos Salute) - Protagonista di film e leggende metropolitane, il sesto senso esiste. Ed è la forza misteriosa che guida un cieco oltre gli ostacoli senza altri aiuti, un po' come accade al supereroe non vedente Daredevil. Lo hanno scoperto i ricercatori statunitensi e olandesi che, insieme a colleghi italiani dell'Università di Torino e a scienziati britannici e svizzeri, firmano uno studio sul sesto senso pubblicato su 'Current Biology'. Al centro della ricerca un uomo rimasto cieco dopo un ictus, ma perfettamente in grado di evitare sedie e scatole senza finirci contro, usando connessioni alternative nel cervello.

Lo studio suggerisce dunque che il famoso sesto senso non è un'invenzione di scrittori o fumettisti. Esiste e, in alcuni casi, funziona: tutti noi - dicono i ricercatori - usiamo risorse cerebrali del subconscio e, grazie a questo nuovo senso, potremmo fare cose che non sappiamo di essere in grado di fare.

Il paziente protagonista dello studio, noto solo come T.N., è rimasto cieco dopo un danno alla corteccia visuale in entrambi gli emisferi del cervello, dovuto a ictus ripetuti. I suoi occhi sono normali, ma il suo cervello non può processare le informazioni che gli inviano, rendendo di fatto l'uomo totalmente privo di vista. T.N. si era accorto di avere la cosiddetta 'vista dei ciechi', l'abilità di percepire la presenza di alcuni oggetti nell'ambiente pur senza vederli. Ad esempio, era in grado di rispondere alle espressioni del volto altrui. Nonostante ciò, camminava come un cieco: usava un bastone per tracciare gli ostacoli e aveva bisogno della guida degli altri quando camminava in strada.

Ebbene, un video realizzato dai ricercatori dell'Harvard Medical School (Usa) mostra T.N. che completa in scioltezza un percorso a ostacoli messo a punto dagli scienziati, senza l'aiuto del suo cane o di un'altra persona. E oltretutto T.N. "non si rendeva conto di fare qualcosa di eccezionale: pensava di aver camminato in linea retta lungo un corridoio", spiega Beatrice de Gelder della Tilburd University (Paesi Bassi) e dell'ateneo americano, che ha firmato la ricerca insieme a Marco Tamietto dell'Università di Torino e un gruppo di colleghi internazionali.

"Si tratta in assoluto della prima ricerca su questa abilità nell'uomo. Dallo studio emerge un messaggio importante, specie per le persone con danni cerebrali", aggiunge la responsabile della ricerca. "Puoi subire una totale perdita della visione corticale, ma ancora avere delle capacità" misteriose, "che ti permettono di muoverti dentro e fuori da un luogo senza farti male", spiega l'esperta. "Lo studio - conclude - ci mostra l'importanza di questi elementi visuali, molto antichi dal punto di vista dell'evoluzione, che contribuiscono più di quanto pensiamo al nostro 'funzionamento' nel mondo reale". Insomma, c'è molto che i pazienti possono fare se superano l'idea di non essere in grado di farlo.

http://www.adnkrono s.com/IGN/ Salute/?id= 3.0.2846178465
 
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Il «sesto senso» dei ciechi esiste davvero
Permette di evitare gli ostacoli. Lo dimostrano studi su un uomo che ha perso la vista per un ictus
ROMA - Il «sesto senso», che permette per esempio ai ciechi di camminare aggirando gli ostacoli, esiste davvero. Lo hanno dimostrato ricercatori americani e olandesi che, insieme a colleghi italiani dell'Università di Torino e a scienziati britannici e svizzeri, hanno pubblicato i risultati dei loro studi sulla rivista scientifica «Current Biology».

IL PAZIENTE - Protagonista della loro indagine è un uomo rimasto cieco dopo un ictus, ma perfettamente in grado di evitare sedie e altri ostacoli ricorrendo a connessioni nervose alternative nel cervello. L'uomo, di cui si conoscono solo le iniziali (T.N.) è rimasto cieco dopo un danno alla corteccia visuale in entrambi gli emisferi del cervello. I suoi occhi sono normali sul piano funzionale, ma il suo cervello non può elaborare le informazioni che essi inviano, rendendo di fatto l'uomo totalmente privo di vista. T.N. si era accorto però di avere la cosiddetta «vista dei ciechi», l'abilità cioè di percepire la presenza di alcuni oggetti nell'ambiente pur senza vederli. Non solo, era in grado addirittura di rispondere alle espressioni del volto altrui. Nonostante ciò, camminava come un cieco, usano un bastone per tracciare gli ostacoli e chiedendo l'aiuto di altri in strada.
 
IL VIDEO - Per testare le sue reali capacità scienziati dell'Harvard Medical School di Cambridge (Usa) hanno predisposto in laboratorio un vero e proprio percorso a ostacoli, riprendendo poi in un video la sua performance. E nel filmato si vede T.N. che completa in scioltezza il percorso senza l'aiuto del suo bastone o di un'altra persona. Oltretutto T.N. «non si rendeva conto di fare qualcosa di eccezionale: pensava di aver camminato in linea retta lungo un corridoio», spiega Beatrice de Gelder della Tilburd University (Paesi Bassi) e dell'ateneo americano, che ha firmato la ricerca insieme a Marco Tamietto dell'Università di Torino e un gruppo di colleghi internazionali.
 
CONSEGUENZE - «Si tratta in assoluto della prima ricerca su questa abilità nell'uomo. Dallo studio emerge un messaggio importante, specie per le persone con danni cerebrali», aggiunge la responsabile della ricerca. «Si può subire una totale perdita della visione corticale, ma ancora avere delle capacità» misteriose, «che permettono di muoversi dentro e fuori da un luogo senza farsi male», spiega l'esperta. «Lo studio - conclude - ci mostra l'importanza di questi elementi visuali, molto antichi dal punto di vista dell'evoluzione, che contribuiscono più di quanto pensiamo al nostro funzionamento nel mondo reale». Insomma, c'è molto che i pazienti possono fare se superano l'idea di non essere in grado di farlo.

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23 dicembre 2008 (ultima modifica: 24 dicembre 2008)
 
http://www.corriere .it/salute/ 08_dicembre_ 23/sesto_ senso_ciechi_ 23b6b564- d0de-11dd- 8f47-00144f02aab c.shtml
 
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L’uomo che ha svelato il sesto senso
 
"Ecco come i ciechi vedono gli ostacoli"
MONICA PEROSINO
TORINO

Un uomo cieco cammina sicuro, aggira gli ostacoli senza tentennamenti. Non vacilla, non si ferma. Non ha con sé il suo bastone bianco, né il suo cane. L’uomo che non dovrebbe vedere, vede. Guidato da una forza misteriosa. Il sesto senso esiste. Nel disordine organizzato del suo ufficio, al primo piano del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, tra fogli sgualciti, matite senza punta e un poster di Don Camillo e Peppone, Marco Tamietto lavora come se la scrivania fosse di qualcun altro. Ricercatore assunto da dieci giorni, il neuroscienzato sembra più che altro una matricola di passaggio. Eppure lui, assieme a un gruppo di ricercatori olandesi, svizzeri, americani e britannici, ha dimostrato che il sesto senso esiste. Ed è una forza antica del nostro cervello che guida un cieco lungo un percorso pieno di ostacoli senza urtarne o sfiorarne nemmeno uno. Marco Tamietto, a trentatré anni, ha firmato uno studio sul sesto senso
pubblicato sulla rivista americana «Current Biology». Al centro della ricerca un uomo rimasto cieco dopo due ictus, ma perfettamente in grado di evitare sedie e scatole senza finirci contro, usando strutture antiche del cervello. «Tutti noi - spiega Tamietto - usiamo risorse cerebrali non consapevoli, ma questa ricerca dimostra che la parte più antica del sistema visivo è silente, ma non assente». Vale a dire che non solo la vista, ma tutti i cinque sensi potrebbero avere una serie di elaborazioni precedenti, quindi potenzialmente utilizzabili.

«Niente di metafisico», puntualizza il giovane ricercatore a 1200 euro al mese, mentre cerca di mostrare immagini di cervelli e risonanze magnetiche sul suo pc senza strappare cavi e rovesciare portapenne. Lui, che con la moglie Serena ha deciso di vivere a Mezzenile - un paese di neanche 900 abitanti arroccati sulle montagne della Val di Lanzo - ammette che uno dei suoi crucci è spiegare alla moglie che quando sta seduto a fissare il vuoto oltre la finestra sta lavorando. La sua vita, da quando si è diplomato al liceo scientifico, non ha mai deviato dal sogno di diventare ricercatore, di capire come le emozioni guidano la nostra vita e quali strutture cerebrali le elaborano.

Laurea in psicologia a Torino, dottorato con Giuliano Geminiani, assegnista e ora ricercatore. «Ma non faccio il neuroscienziato tutto il giorno», protesta, forse preoccupato di assomigliare a chi non riesce mai a smettere i panni professionali. La passione per il cervello lo tiene impegnato una decina di ore al giorno, se non si contano quelle di notte, più riflessive, mentre la moglie dorme. E per provare che riesce a spingersi oltre sinapsi, corteccia e neuroni si appassiona raccontando del suo hobby, l’alpinismo e la montagna in tutte le sue manifestazioni, della passione per il buon piemontese e per Bruce Springsteen. Le letture vanno da Salinger e Roth fino ad un saggio su «La comunicazione del cane»: «Ad aprile ci prendiamo un pastore tedesco», spiega, come per scusarsi dell’approccio scientifico anche alla vita domestica.

Del suo stipendio non si lamenta, piuttosto è preoccupato dei tagli all’Università nel complesso: «Ma non andrò mai a lavorare all’estero, qui sono le mie radici. Non voglio abbandonare la sfida di fare ricerca in Italia».
 
http://www.lastampa .it/Torino/ cmsSezioni/ cronaca/200812ar ticoli/9095girat a.asp




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